Il grattacielo Pirelli, noto anche come Pirellone, è il grattacielo che domina Piazza Duca d’Aosta a Milano, dove si trova anche la Stazione Centrale.
Costruito tra il 1956 e il 1960 su progetto di un team di architetti e progettisti visionari (Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Pier Luigi Nervi, Arturo Danusso, Giuseppe Valtolina, Egidio Dell’Orto), il grattacielo Pirelli è sede del Consiglio regionale della Lombardia ed è uno dei simboli del capoluogo lombardo.
L’altezza del grattacielo Pirelli
Con i suoi 127 metri, il Pirellone è uno dei grattacieli più alti della città, anche se negli anni è stato ampiamente superato da altri edifici come la Torre Unicredit, la Torre Libeskind o la Torre Isozaki (oggi al quinto posto nella classifica delle costruzioni più alte d’Europa).
Lo stesso Palazzo Lombardia, costruito lì vicino e nuova sede della Regione, lo ha superato in altezza con i suoi 161,3 metri.
Ricordiamoci che il grattacielo Pirelli è stato l’edificio più alto in Europa dal 1958 al 1966 (record oggi detenuto dal grattacielo Varso in costruzione a Varsavia) e il primo palazzo a superare in altezza la Madonnina del Duomo di Milano. Detto ciò, il Pirellone resta forse il grattacielo più iconico di Milano, insieme alla Torre Velasca.
La struttura e il design del Pirellone
Celebrata come opera all’avanguardia, il grattacielo Pirelli presenta una struttura portante in calcestruzzo armato che si sviluppa su due nuclei angolari e quattro pilastri rastremati che percorrono a coppie le facciate, con spessore che si riduce progressivamente dai 2 metri alla base ai 50 centimetri alla sommità.
Anche a livello ingegneristico furono adottate soluzioni innovative, in particolare il sistema di gru a torre utilizzato per raggiungere l’altezza necessaria per il getto della copertura dell’ultimo piano.
Anche gli interni furono progettati secondo canoni estetici e funzionali di grande modernità: ciascun impiegato doveva avere uno spazio minimo di almeno 5 metri quadrati, gli uffici dovevano disporre di un arredo di design confortevole, condizionamento dell’aria, illuminazione indiretta, isolamento acustico.
L’ingresso del grattacielo Pirelli è rialzato rispetto a Piazza Duca d’Aosta tramite una struttura a “collina”. Sotto, nel piano interrato del grattacielo, sorge il Centro Culturale Pirelli, oggi intitolato a Giorgio Gaber. Lo spazio, adibito ad auditorium, ha ospitato incontri con scrittori, spettacoli teatrali e concerti, e oggi è sede di eventi istituzionali e culturali.
Le origini del grattacielo Pirelli
Prima della sua costruzione, il lotto di terreno che ospita oggi il grattacielo Pirelli era noto come Brusada. Acquistato nel 1890 dall’azienda di pneumatici Pirelli per espandere la fabbrica, restò inutilizzato fino alla fine della seconda guerra mondiale quando la società decise di costruire qui la sua sede amministrativa. Mentre la produzione operativa rimase nello stabilimento di Milano Bicocca (il primo stabilimento di via Ponte Seveso, oggi Fabio Filzi 21, fu invece distrutto dai bombardamenti del 1943).
Simbolo del boom economico degli anni Sessanta, nel 1978 l’edificio passò alla Regione Lombardia, che vi stabilì la sua sede dopo una ristrutturazione ad opera dell’architetto Bob Noorda, lo stesso che progettò la grafica della metropolitana milanese inaugurata nel novembre del 1964, con cui vinse il Compasso d’Oro. Dal 2010 ospita la sede del Consiglio regionale.
60 anni di storia
Voluto dai presidenti Alberto e Piero Pirelli, il grattacielo Pirelli fu definito già nel 1956 “espressione italiana della tecnica universale”. Inaugurato il 4 aprile del 1960, nel 2020 il Pirellone ha compiuto 60 anni: per l’occasione è stata inaugurata una mostra, che è possibile visitare al momento in maniera virtuale all’indirizzo www.60grattacielopirelli.org, ed è stato pubblicato il libro “Storie del Grattacielo” a cura di Fondazione Pirelli e Alessandro Colombo.
Fino al 1978, anno in cui il grattacielo Pirelli passò nelle mani della Regione Lombardia, l’edificio fu anche una fucina creativa di grande fama, con alcuni tra i più grandi grafici e designer dell’epoca come Bruno Munari, il già citato Bob Noorda, Massimo Vignelli, Lora Lamm, Riccardo Manzi, Alessandro Mendini, Pino Tovaglia.
Al venticinquesimo piano del Pirellone aveva sede la cosiddetta Direzione Propaganda, divisione dedicata all’ideazione delle campagne pubblicitarie della Pirelli e della Rivista Pirelli, che negli anni ospitò le opere di illustratori, fotografi e autori di primo piani, sia nazionali che internazionali. Per fare solo alcuni nomi: Arno Hammacher, Riccardo Manzi, Saul Bass, Dino Buzzati, Italo Calvino, Camilla Cederna, Umberto Eco, Fernanda Pivano, Salvatore Quasimodo.
L’Archivio Storico della Fondazione Pirelli conserva ben 1.500 immagini che raccontano la nascita e la costruzione del grattacielo: tra queste la serie relativa alla “demolizione della Brusada” e il reportage fotografico di Arno Hammacher “L’uomo e il grattacielo”.
4 curiosità che (forse) non sapevi sul grattacielo Pirelli
Sistemi di ascensori innovativi
Ideato come una piccola città in movimento, il Pirellone da sempre ha un sistema di ascensori all’avanguardia che si spostano lungo i 31 piani dell’edificio. Il 32esimo piano, dove si trova il Belvedere è invece raggiungibile a piedi; aperto al pubblico in occasioni speciali, offre una splendida vista sulla città.
Smistamento della posta
Anche lo smistamento della posta è stato progettato per offrire un servizio efficiente attraverso un sistema di cabine che dall’ufficio postale corrono lungo tutta la lunghezza dell’edificio fino al piano desiderato, scaricando la posta tramite un piano inclinato all’interno di un recipiente di raccolta.
Incidente del 2002 al Pirellone
Il 18 aprile 2002 il grattacielo Pirelli è stato scena di un tragico incidente: un piccolo velivolo da turismo si schianta contro il 26esimo piano del palazzo, che ospitava la biblioteca e l’archivio dell’avvocatura, causando 3 morti e provocando ingenti danni alla struttura. Inizia così un progetto di ristrutturazione che, oltre alla riparazione dei tre piani della facciata interessati dall’incidente, provvede a risolvere altri problemi strutturali dell’edificio e adeguare la struttura alle nuove norme di sicurezza e risparmio energetico.
Il grattacielo sui grandi schermi
Il grattacielo Pirelli è stato immortalato in alcuni film d’autore: da “La notte” di Michelangelo Antonioni, con Marcello Mastroianni, Monica Vitti e Jeanne Moreau, agli interni de “La vita agra” di Carlo Lizzani del 1964 con Ugo Tognazzi, Giovanna Ralli, Giampiero Albertini. Qui, infine, hanno trovato la loro ambientazione anche alcune scene del film “The International” del 2009 con Clive Owen e Naomi Watts.