Earth 300 è un ocean explorer che contribuirà a combattere il climate change, in particolare l’inquinamento degli oceani, uno dei problemi più grandi dell’era contemporanea. In poche parole: è la nave da ricerca più grande del mondo.
Con una lunghezza di ben 300 metri, l’imbarcazione sarà un connubio tra scienza, tecnologia ed avventura. A capo del progetto, poi, c’è un italiano, Giulio Ceppi, l’Head of System Design dell’imbarcazione e docente universitario presso il Politecnico di Milano. L’obbiettivo? Quello di salvaguardare la salute dei nostri oceani ed evitare che la situazione degeneri ulteriormente.
Il tutto è nato circa 5 anni fa, ma si procede a ritmo molto spedito e quasi senza intoppi. Si pensa che la nave potrà iniziare a solcare i mari già dal 2025. I costi per sostenere le varie spese ammontano a ben 800 milioni di euro, raccolti grazie ai tanti sponsor dell’iniziativa. Tra questi ci sono anche IBM e l’azienda genovese Rina, leader mondiale nel settore navale. La nave avrà una bandiera internazionale, molto probabilmente quella dell’ONU.
Perché creare laboratori direttamente sull’Earth 300?
In molti si chiederanno il motivo di costruire laboratori “galleggianti” invece di utilizzarne di specializzati sulla terraferma. I motivi sono vari, oltre all’immediatezza di avere una struttura per analizzare i dati sull’imbarcazione, esiste anche un significato simbolico. In questo modo tutti gli scienziati e l’equipaggio vengono coinvolti nell’esperienza.
La nave, oltre ad avere sistemi automatizzati gestiti da intelligenza artificiale e tecnologie all’avanguardia, sarà dotata di ben 22 laboratori. Ognuno di questi, per di più, si occuperà di un ambito specifico. A bordo saliranno quattro tipologie di passeggeri, oltre all’equipaggio. Ci saranno 160 scienziati, circa 20 esperti tra imprenditori, artisti e personaggi illustri, e altri 20 civili. Questi dovranno pagare un biglietto per il viaggio che servirà a finanziare l’iniziativa.
L’ocean explorer sarà green e produrrà pochissime emissioni. L’alimentazione dell’imbarcazione è stata affidata, infatti, alla Core Power. L’azienda britannica sta per brevettare un sistema che sfrutta l’energia nucleare come combustibile. Si tratta di una propulsione totalmente pulita pensata ad hoc, poiché non esistono motori elettrici e batterie o sistemi che utilizzano l’energia eolica abbastanza potenti da alimentare la barca.