Il Consiglio europeo, nel corso della notte fra il 10 e l’11 dicembre, ha concordato una nuova linea d’azione per diminuire l’inquinamento da gas serra la affrontare in modo più ficcante crisi climatica.
L’annuncio è stato fatto via Twitter dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen al termine della riunione tenutasi a Bruxelles.
L’incontro è durato molte ore e alla fine si è raggiunto un accordo; i leader dei Paesi membri hanno assicurato il loro massimo impegno nel tentativo di ridurre almeno del 55% il tasso delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. La scadenza di questo progetto è fissata entro il 2030. Il precedente accordo stabiliva una diminuzione del 40% rispetto agli anni ’90.
L’intesa è stata raggiunta non senza opposizioni. La Polonia e altri Paesi, infatti, hanno inizialmente rifiutato gli obbiettivi proposti, ritenendoli non applicabili in egual misura a tutti i Paesi. La maggior parte di questi era infatti dipendente dal carbone e dal suo utilizzo.
In seguito al loro iniziale rifiuto, dopo un periodo di revisione, si è convenuto che gli obbiettivi prefissati avrebbero dovuto essere raggiunti collettivamente. I cambiamenti verranno effettuati con priorità e in modo più incisivo negli Stati con il più ampio margine di miglioramento, in modo da non danneggiare irrimediabilmente l’economia dei partecipanti al Consiglio Europeo.
La percentuale di diminuzione dell’emissione di CO2 nell’atmosfera del nostro pianeta da parte dei vari Paesi è ancora da stabilire con precisione.
Il Parlamento europeo non è comunque soddisfatto di questo taglio e spinge per alzare ancora di più l’obbiettivo.
A breve, inoltre, i Paesi che hanno stipulato l’Accordo sul Clima a Parigi nel 2015 dovranno provvedere a presentare i propri progressi registrati finora per contenere l’aumento del surriscaldamento globale sotto la soglia dei 2 gradi Celsius.