Dopo la polemica scatenata negli Usa da Donald Trump, il social cinese Tiktok si trova nuovamente nell’occhio del ciclone a causa di un possibile scandalo. Le contestazioni stavolta sono mosse dal Garante per la privacy italiano, che incolpa il social di scarsa attenzione alla tutela dei minori, limite di età estremamente facile da eludere e poca trasparenza riguardo gli utilizzi dei dati raccolti da tutti gli utenti.
Il primo problema evidenziato sono le modalità di iscrizione che, tramite l’inserimento di una data di nascita fasulla, possono essere eluse facilmente, venendo così meno al limite di età imposto dalle politiche di utilizzo dell’app.
Attualmente le norme sulla privacy in Italia richiedono il consenso da parte dei genitori nel caso in cui l’utente non abbia ancora compiuto i 14 anni di età, ma TikTok non verifica in alcun modo che questo avvenga.
Non è la prima volta che TikTok è coinvolto in scandali che riguardano l’utilizzo dei dati sensibili. Il social cinese già nel 2019 è stato sanzionato dalla Federal Trade Commission americana per la cifra di 5,7 milioni di dollari, a causa dell’appropriazione indebita dei dati sensibili di utenti minorenni.
Questa volta però vengono sottolineate anche altre incongruenze, a partire dalla standardizzazione della politica sulla privacy delle persone, che non fa alcuna eccezione per i minori. Secondo il Garante italiano invece vi è l’urgenza di effettuare degli accorgimenti riguardo questo aspetto, facilitando il linguaggio utilizzato e rendendo così più comprensibili i rischi a cui ci si espone iniziando ad utilizzare l’applicazione.
Altri aspetti poco definiti sono quelli della conservazione dei dati sensibili e i modi in cui gli utenti vengano resi anonimi dal social network. Non viene poi specificato in che modo i dati vengono utilizzati e trasferiti a Paesi extra europei e se questi paesi rispettino o meno la normativa sulla privacy vigente in Europa.