Ogni anno il 12 Giugno si celebra la Giornata mondiale contro il lavoro minorile. Usualmente, nonostante lo sfruttamento dei minori persista, si rilevano dei progressi sul piano della lotta al contrasto di questo fenomeno. Ma oggi, per la prima volta dopo 20 anni, c’è stata una battuta d’arresto.
La pandemia ha esposto i bambini dei Paesi più poveri allo sfruttamento minorile
Save The Children – in occasione della ricorrenza di quest’anno – ha rilevato che nei Paesi del Terzo Mondo i bambini hanno perso il 66% di giorni in più di scuola, rispetto a quelli dei Paesi Occidentali.
10 milioni sono i bambini che rischiano di non ritornare a scuola in queste nazioni. La rilevazione dell’Organizzazione non governativa che si occupa della salvaguardia e difesa dell’infanzia, in Sud Sudan ha constatato che ci sono stati in cui più del 27% di bambini non è rientrato a scuola. In Guinea la percentuale è leggermente più bassa: il 22%. A tutto ciò vanno ad aggiungersi i conflitti endemici che scoppiano con triste regolarità in quei luoghi.
Leggi anche: Cina, nella scuola diffusa c’è anche una balena blu
Le bambine
La condizione delle bambine è ancora più preoccupante. Infatti, emerge che abbiano perso il 22% di lezioni in più rispetto ai loro coetanei di sesso maschile. Questa situazione le espone ai matrimoni combinati in età infantile. Una vera piaga in questi Paesi. La Ceo di Save The Children, Inger Ashing, è stata molto chiara:
“Come in tutte le crisi, i bambini sono le principali vittime della pandemia e la nostra analisi dimostra che quando si tratta di chiusure scolastiche, più il paese è povero, maggiore è l’impatto. Purtroppo, le bambine e le ragazze hanno maggiori probabilità rispetto ai coetanei maschi di perdere la scuola in modo sproporzionato, poiché troppo spesso le ragazze lasciano la scuola a causa di matrimoni precoci, gravidanze o lavoro”.
E proprio i matrimoni precoci e le gravidanze nei minori sono aumentati nel corso dell’anno scorso.
L’appello per il G7
I dati resi noti da Save The Children vogliono essere una leva perché le Nazioni Occidentali agiscano in maniera concreta e immediata contro lo sfruttamento minorile e a favore dell’educazione. L’Organizzazione non Governativa ha infatti lanciato un appello ai leader che si incontreranno al G7: serve uno stanziamento di risorse massiccio e una campagna di vaccinazione globale. Save The Children ha richiesto agli Stati membri del G7 la cifra di 5 miliardi di dollari per la Global Partnership for Education.
“La nuova generazione deve finalmente essere messa al centro”, ha esortato la Ceo di Save The Children nel suo appello. Ma verrà ascoltato in un momento in cui le nazioni stanno già avendo difficoltà nel gestire la nuova povertà nei loro confini che la pandemia ha generato?