La Britishvolt ha finalmente scelto il luogo dove sarà costruita la prima “gigafactory” nel Regno Unito destinata alla produzione di batterie agli ioni di litio.
Si è deciso che la fabbrica sarà edificata nella contea del Northumberland, più precisamente a Blyth.
Il progetto verrà a costare ben 2,6 miliardi di sterline e avrà inizio nell’estate del 2021, con conseguente inizio della produzione stimato per il 2023. L’impiego di una somma di denaro così cospicua rende questa iniziativa la più importante nel campo industriale dell’ultimo trentennio.
La fabbrica avrà la capacità di 10 GWh nella fase iniziale, che saliranno fino a 30 una volta che la produzione sarà arriverà a pieno regime.
La Britishvolt ha scelto l’ex sede della Blyth Power Station, anche per la vicinanza al Mare del Nord, che sarà una preziosa fonte di energia rinnovabile e un luogo dal quale si potrà sfruttare l’energia idroelettrica prodotta in Norvegia e trasportata attraverso il Mare del Nord grazie al cavo di interconnessione North Sea Link.
Il sito si trova poi in una posizione molto strategica, poiché è connesso alle principali vie di trasporto e ha a disposizione un’elevata quantità di energie rinnovabili.
Questo progetto è importantissimo per il settore automobilistico inglese, che fino ad ora non ha avuto altra scelta che acquistare all’estero le batterie di cui necessitava.
Ha inoltre una grande valenza anche dal lato politico per il piano ideato dal premier britannico Boris Johnson, in quanto rappresenta uno dei fattori principali che renderanno possibile la realizzazione di un’economia stabile ma eco-friendly entro il 2050.
La realizzazione del progetto è stata affidata a Pininfarina, azienda italiana che si occupa di soluzioni architettoniche per l’edilizia e l’arredamento di spazi interni ed esterni; Pininfarina dovrà assicurarsi che la struttura si adatti il più possibile all’ambiente circostante, in modo da non essere in netto contrasto con esso.
Dal punto di vista occupazionale, poi, verranno creati oltre 8 mila nuovi posti di lavoro, di cui 3 mila altamente specializzati e altri 5 mila nell’indotto entro il 2027.