I Musei Vaticani optano per un’esperienza digitale e interattiva, per coinvolgere e tutelare le persone in visita alle mostre. Un primo passo del polo museale della Città del Vaticano verso la perfetta integrazione tra tecnologia e cultura, senza snaturare il fascino dell’arte e della storia.
La tecnologia è una parte sempre più integrante della nostra vita. Molte tra le necessità dell’uomo, infatti, possono essere soddisfatte con l’utilizzo di apparecchiature all’avanguardia. Questo aspetto si è espanso anche verso la cultura, settore da sempre molto legato alla tradizione.
Avevamo già parlato della possibilità di visitare luoghi, più o meno lontani, attraverso tour online in 3D. Sulla falsariga di quel progetto, anche i Musei Vaticani hanno deciso di digitalizzare l’esperienza che offre. Un’esigenza, questa, che è scaturita non solo dalla necessità di progresso e interattività, ma anche per gestire in sicurezza la grande mole di turisti che visita i Musei. In una fase delicata come quella che stiamo vivendo è necessario, infatti, ridurre al minimo il rischio di contagio da Covid-19.
Come si sviluppa il progetto dei Musei Vaticani
Il progetto nasce dalla collaborazione dei Musei Vaticani con Minsait, uno dei suoi principali collaboratori dal punto di vista tecnologico. L’obiettivo comune era quello di creare uno Smart Museum efficiente, interessante e coinvolgente per i propri visitatori. Un luogo dove non esistono più code infinite e le informazioni sulle opere sono a portata di mano, in qualunque momento.
Il primo passo per la realizzazione del progetto è quello di migliorare la piattaforma centrale del Museo, responsabile delle funzioni più importanti. La piattaforma si occupa degli impianti di sicurezza di tutte le sale, dagli allarmi antincendio fino ai sensori che rilevano il numero di persone nelle sale. Migliorando la piattaforma, è possibile avere una visione d’insieme più precisa, in modo da evitare incidenti alle persone e alle opere.
Lo step successivo riguarda, ancora una volta, la sicurezza. In effetti, è proprio quest’ultima che sia i Musei Vaticani sia le persone ricercano al momento. Si è pensato, quindi, all’installazione di un‘intelligenza artificiale integrata ai sistemi di sorveglianza. L’AI provvederà a indirizzare le persone verso le uscite più sicure e vicine in caso di emergenza. Un altro utilizzo molto comodo è quello della regolazione degli assembramenti, per evitare che si verifichino all’interno delle varie sale.
L’importanza di unire tecnologia e cultura
La digitalizzazione di un’esperienza come quella dei Musei Vaticani è importantissima e di forte esempio per realtà simili. Puntare sulla tecnologia, tra app, social network e realtà virtuale per molti sarà il futuro di un settore tanto vasto quanto remunerativo come quello della cultura.
In Italia c’è bisogno di una svolta sostanziale per risollevare le sorti di questo settore, da sempre pilastro del Belpaese (non a caso il primo Stato per numero di siti Unesco), ma duramente colpito dalla pandemia di Coronavirus.
Giusto per intenderci, l’arte e la cultura costituivano negli precedenti alla pandemia il 6% del PIL nazionale, fornendo posti di lavoro per 1,5 milioni di persone, e influenzando moltissimo anche i tutti i settori collegati.