I social network hanno rivoluzionato le nostre vite. Una banalità, vero, ma non per questo il concetto è da prendere sotto gamba e non merita di essere trattato.
Lo sviluppo della tecnologia e dei social media ha un riscontro sempre più tangibile nella nostra quotidianità.
I social, nello specifico, occupano ormai un ruolo centrale nelle nostre giornate, sia in termini di tempo trascorso online a “spolliciare”, sia in termini di dipendenza dagli stessi.
Ecco, ma in che modo i social network influenzano il nostro cervello?
Dare un’esatta risposta a questa domanda non è facile, ma i membri del team di AsapScience ci hanno provato, mostrando alcune conseguenze dell’uso smodato dei social sulla nostra psiche.
Overdose da social
I risultati? I problemi sono svariati, ma ce ne sono alcuni di maggiore importanza.
Il primo fra tutti è la dipendenza. Numerosi studi, infatti, hanno dimostrato come una grande fetta degli utenti sia assuefatta all’utilizzo delle piattaforme.
I danni riportati dal nostro cervello sono addirittura paragonabili a quelli di una persona che fa un uso assiduo di droghe, soprattutto per quel che riguarda le aree del cervello che gestiscono le emozioni, l’attenzione dell’individuo e le decisioni che vengono prese.
I problemi a queste parti del cervello si riflettono anche sulla capacità di una persona di gestire più situazioni alla volta. L’abilità di navigare sul web e su più social allo stesso tempo, induce molti a pensare che si sviluppino capacità di multi–tasking, ma – purtroppo – non è esattamente così, anzi: le persone dipendenti dai social sono in realtà molto meno reattive e incapaci di memorizzare grandi quantità di informazioni.
Un’altra problematica molto comune tra le persone è quella di avvertire vibrazioni che in realtà non esistono. I dati raccolti dimostrano che l’89% delle persone che hanno risposto al sondaggio spesso hanno pensato di aver sentito il proprio cellulare vibrare quando in realtà non era affatto successo.
Questa condizione è dovuta alla percezione che il nostro cervello ha dei dispositivi che usiamo (compulsivamente), che dopo un po’ di tempo vengono concepiti come una vera e propria parte del nostro corpo.
Tutti egocentrici ma relazioni nate online più durature
È risultato che i centri della ricompensa nel nostro cervello rilasciano maggiori quantità di dopamina quando parliamo di noi stessi. Questo avviene in modo considerevole sui social, dove la maggior parte dei post che pubblichiamo parla di noi stessi, provocando così un forte senso di appagamento e soddisfazione.
Un punto di forza dei social network potrebbe essere quello che le relazioni nate online, al contrario di quanto si pensi, sono tendenzialmente molto più durature di quelle nate nella realtà. Il motivo potrebbe essere che una relazione virtuale passa poi alla realtà solo quando si è (quasi) sicuri che ci sia affinità fra le persone interessate.