La scorsa settimana si è tenuto un evento molto importante per il settore agroalimentare: il Food Industry Summit. Organizzato da Il Sole 24 Ore, ha visto la partecipazione di giornalisti, eurodeputati e rappresentanti del settore, che hanno tratteggiato gli scenari futuri del settore, partendo da quanto avvenuto nell’ultimo anno di pandemia. Al centro del dibattito troviamo la sostenibilità ambientale, il grande tema di questi ultimi anni.
Che cosa chiede l’Europa per il settore food?
L’onorevole Herbert Dorfmann, Deputato al Parlamento Europeo, ha testimoniato quanto sta avvenendo in questo momento nell’UE per quanto riguarda il futuro delle politiche agroalimentari, il New Green Deal.
“La pandemia ha cambiato l’Europa e il mondo anche per quanto riguarda l’alimentazione. Qualcosa sta cambiando. – ha testimoniato l’onorevole – Stiamo uscendo da un periodo trentennale di globalizzazione molto spinta. C’è un ritorno non dico al nazionalismo, ma ad un patriottismo anche per quanto riguarda l’agroalimentare“.
Un discorso che non ha convinto il Presidente Federalimentare, Ivano Vacondio, che ha prontamente ricordato quanto per l’Italia sia necessario fare export.
“L’unico settore che produce ricchezza per sé e il mondo agricolo è l’export. Se noi facciamo il discorso nazionalista fa molta presa nella pancia delle persone, – ha replicato il Presidente – ma dal punto di vista della sostenibilità economica l’Italia è un paese che sta in piedi nella misura in cui riesce a realizzare attraverso l’export. Noi non abbiamo sufficienti materie prime. Se facciamo made in Italy con solo le materie prime nostrane vorrebbe dire mandare a casa la metà dei nostri dipendenti, chiudere il 50% delle nostre imprese e mangiare pasta un giorno sì e l’altro no”.
Al centro del dibattito la PAC, Politica Agricola Comune, che costituisce il 39% circa del bilancio UE:
“Secondo me la PAC deve premiare quelli giusti: i giovani, quelli meno giovani se sono innovativi. – ha dichiarato duramente Dorfmann – La Politica Agricola di oggi anche in Italia non premia chi veramente fa agricoltura, ma i proprietari terrieri e quelli di titoli di pagamento. Sono soldi persi per lo sviluppo dell’agricoltura“.
La sostenibilità ambientale può essere anche economica?
Capita che le imprese non possano sostenere il prezzo della sostenibilità ambientale e per questo siano costrette o a chiudere o a rinnovarsi in modo meno green. L’Eurodeputata di Europa Verde, Eleonora Evi, al Food Industry Summit ha sottolineato quanto questo sia importante:
“Dobbiamo trovare questo bilanciamento nel tenere insieme la sostenibilità ambientale e quella economica e sociale. Non possiamo permetterci di non farlo. Una delle sfide che l’Europa si sta apprestando ad affrontare è garantire che i prodotti che importeremo siano a deforestazione zero. Rischiamo con questa riforma della PAC sul tavolo di non centrare gli obiettivi che ci siamo dati, anche con il Green Deal, sia in termini di riduzione delle emissioni di gas serra, ma anche nell’uso di pesticidi e antibiotici“.
Eleonora Evi, senza mezzi termini, ha sostenuto la necessità di un rinnovamento molto più forte di quanto non ci sia oggi o non venga sostenuto dalle misure in vigore allo stato attuale.
Insomma, il dibattito sul settore food è ancora aperto e i regolamenti europei sono ancora soggetti a cambiamenti. Nel futuro ci si aspetta un cambiamento verso la sostenibilità, ma quanto possa essere perfettamente green, è ancora tutto da vedere.