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Cinema e inquinamento, adesso le riprese rispettano l’ambiente

cinema e inquinamento

Si parla sempre più spesso di cinema e inquinamento, una strana coppia da non sottovalutare. Confezionare sogni su pellicola costa molto e non solo alle tasche; dietro la produzione di un film c’è tanto lavoro, ma anche tanta contaminazione che grava sull’ambiente.

Basti pensare a tutti gli strumenti e i servizi – come catering e trasporto – impiegati durante le riprese. E i dati di infinite ricerche, puntualmente, presentano il conto salato dei rifiuti e delle emissioni di CO2.

Già da tempo sulla Settima Arte è puntato un “obbiettivo green” e ora, finalmente, i risultati iniziano a vedersi. Al grido di “Ciak, non s’inquina”, il grande schermo offre prodotti di qualità nel pieno rispetto della natura.

Verso schermi più green: i festival

I primi a incoraggiare un intrattenimento più sostenibile sono i festival. Tra tutti vi è la Mostra del Cinema di Venezia, da anni attrezzata per seguire questa strada. Ma anche Cannes coglie il messaggio e lancia segnali positivi. E per la nuova edizione 2021 – in presenza dal 6 al 17 luglio – sono previsti importanti cambiamenti. Sull’esempio di numerosi set internazionali e italiani, la rassegna ammetterà solo materiali biodegradabili; catering responsabili con prodotti a chilometro zero; abolirà la plastica; favorirà il recupero dei rifiuti e l’utilizzo di trasporti elettrici. Non viene risparmiato neanche il famoso red carpet. L’inconfondibile simbolo rosso – prima cambiato una volta al giorno – sarà rigorosamente in materiale riciclabile e sostituito il meno possibile.

Sky e Netflix

Anche Sky e Netflix dicono basta all’inquinamento. Già nel 2020 l’azienda fondata da Murdoch aveva annunciato di voler diventare Net Zero Carbon entro il 2030, garantendo studi televisivi e cinematografici più sostenibili. E Netflix non è da meno: con il progetto Emissioni zero + Natura mira a produrre zero emissioni di gas entro la fine del 2022.

Cinema e inquinamento: i protocolli green italiani

In Italia le case di produzione e le Film Commissions rispondono forte e chiaro alla chiamata green. Nel 2011 nasce Edison Green Movie, il primo protocollo in Europa che offre linee guida per la sostenibilità ambientale del cinema. E nel 2014 TempestaFilm presenta EcoMuvi, una nuova versione internazionale del disciplinare per soluzioni eco friendly. Tra i film che hanno adottato il protocollo: Lazzaro Felice, di Alice Rohrwacher e Il Capitale umano, di Paolo Virzì.

Nel 2017 Trentino Film Fund and Commission lancia T-Green Film, il fondo regionale che premia e certifica le produzioni cinematografiche sostenibili. Dal 2019 il fondo si evolve in Green Film, utilizzabile anche in altre regioni. Opere come Il Divin codino, di Letizia Lamartire e Il caso Pantani, di Domenico Ciolfi sono riusciti a ottenere l’ambito certificato.
Lo schermo adotta uno sguardo più responsabile e il numero di progetti a tutela dell’ambiente continua ad aumentare, raccogliendo molteplici adesioni. Una vera svolta verde per un cinema più attivo che non si limita solo a raccontare la sostenibilità.

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