La pandemia ha avvicinato la cryto arte alle persone. Se prima era qualcosa di totalmente sconosciuto, ora molte persone hanno avuto modo di scoprirne i vantaggi. La prima mostra di artisti italiani ha avvicinato ulteriormente il pubblico nostrano. Ma scopriamo meglio di cosa si tratta.
Che cos’è la crypto arte?
È una rivoluzione artistica che vale miliardi di criptovalute. Tutte le opere che vengono diffuse con la crypto arte sfruttano la tecnologia blockchain. Infatti ognuna di loro è unica, e viene registrata con gli NFT, i non fungibili token, certificati crittografati che attestano l’autenticità digitale e ne permettono la trasferibilità. Grazie ad essi ogni opera d’arte viene scambiata in modo sicuro e veloce, senza alcun bisogno di intermediari. Ogni opera viene acquistata esclusivamente utilizzando criptovalute, che però sono soggette ad alta volatilità.
Ma non tutte le crypto opere sono a pagamento, alcune sono free e possono essere scaricate da tutti. Gli artisti utilizzano questo stratagemma per farsi conoscere e diffondere la propria arte. Ma non è uguale all’arte che noi conosciamo. Si tratta infatti di immagini in 2D o 3D, esclusivamente digitali. Una delle più famose è la gif del gattino arcobaleno che vola fra le stelle del cielo, chiamato Nyan Cat. Il valore su questo nuovo mercato? 590 mila dollari circa. è stato venduto a febbraio e pagato con la criptovaluta Ethereum.
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La prima mostra tutta italiana
L’Italia, culla storica dell’arte, si è recentemente aperta a questa nuova forma espressiva. Per la prima volta – durante la pandemia – un collettivo di artisti italiani ha tenuto una mostra di crypto arte sulla piattaforma newyorkese Snark.art: Travel Diary – questo è il nome della mostra curata da Sonia Belfiore – è visitabile nel mondo virtuale di Decentraland.
Nicola Baratto, Yiannis Mouravas, Giulia Furlan, Alessandro Manfrin, Matteo Pizzolante, Luca Staccioli, Francesco Tagliavia, Luisa Turuani: sono questi i nomi degli otto artisti coinvolti che hanno creato gif, mp4 e jpg che compongono questa “raccolta di appunti visivi di un viaggio voyeuristico attraverso luoghi enigmatici, ma familiari“.
Gli artisti coinvolti fanno parte del circuito tradizionale dell’arte, ma attraverso queste creazioni si sono approcciati a una nuova forma espressiva in un periodo in cui non era possibile visitare le mostre fisicamente. Il risultato è un mix interessante di creatività a tratti pop, come nella serie logoratio di Francesco Tagliavia, in cui loghi di brand vengono decontestualizzati dando vita a nuovi significati.
Sarà una nuova era anche per l’arte italiana? Ancora è presto per dirlo, perché i cambiamenti sono recenti e la volatilità delle criptovalute rende difficile ipotizzare un futuro, ma sicuramente questa potrebbe essere una nuova opportunità per il mercato dell’arte.