Torre Libeskind: il grattacielo di Milano ispirato al Rinascimento

torre libeskind milano

Ultimiamo il tour tra le torri di CityLife, i grattacieli protagonisti del nuovo skyline di Milano. Dopo il Dritto (Torre Allianz) e lo Storto (Torre Hadid), last but not least, con i suoi 175 metri di altezza, fa bella mostra di sé la Torre Libeskind, o il Curvo.

Ultima a essere costruita, tra il 2015 e il 2020, la Torre prende il nome dell’architetto che l’ha disegnata, l’americano Daniel Libeskind, celebre per il progetto del Ground Zero a New York, l’area appartenente al complesso del World Trade Center ricostruita dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, e che oggi ospita il One World Trade Center (ex Freedom Tower).

Il Rinascimento della Torre Libeskind

Sede degli uffici milanesi della società di servizi PwC – PricewaterhouseCoopers, la Torre Libeskind ospita circa 3000 dipendenti su 28 piani direzionali (+ 3 interrati, per un totale di 31 piani), per un’altezza complessiva di 175 metri di altezza, che ne fa il quarto grattacielo più alto della città.

La struttura è concepita come un prisma, parte di una cupola ideale che completa e avvolge piazza Tre Torri. Una forma che all’architetto americano ricorda la curvatura del capolavoro scultoreo di Michelangelo, la Pietà Rondanini, oggi conservato nel Museo del Castello Sforzesco a Milano.

«Ho progettato il grattacielo in modo da creare uno spazio pubblico protetto nell’area sottostante. La torre si alza prima verticalmente per poi incurvarsi dolcemente verso la piazza, come una sorta di chiave di volta per i due grattacieli adiacenti; insieme formano un’implicita cupola all’area aperta che richiama quella della galleria Vittorio Emanuele. […] Osservando la Pietà Rondanini di Michelangelo mi accorsi che la curva della schiena di Maria era identica (identica!) all’arco della torre che avevo progettato», ha dichiarato Daniel Libeskind.

Torre Libeskind e la “Corona”

Un altro richiamo al Rinascimento italiano, più precisamente alla Cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze, ma anche al progetto mai realizzato di Leonardo Da Vinci per il tiburio del Duomo di Milano, è il secondo segno distintivo della Torre Libeskind, cioè la cosiddetta “Corona”, l’ampio volume di vetro e acciaio posto in cima alla struttura, per un totale di 40 metri di altezza. Un segmento di cupola che riassume il concept sferico dell’intero edificio.

Al suo interno la cupola ospita un innovativo impianto per il riciclo delle acque meteoriche, i sistemi di climatizzazione e gli impianti di manutenzione. In copertura sono invece montati pannelli fotovoltaici in vetro intelaiato alternato a fasce di pannelli grigliati in alluminio anodizzato.

©Mikita Yo

Fino al 29esimo piano la struttura portante è interamente in calcestruzzo armato, mentre dal 30esimo piano compreso, la struttura portante è in acciaio e costituisce la complessa geometria della “Corona”. L’involucro vetrato è realizzato con cellule sicurezza, sorretto da un articolato sistema di centine e travi metalliche strutturali.

La “Corona” svolge anche una funzione pratica di occultamento delle torri evaporative, degli ingombri degli extracorsa dei montacarichi e del sistema di accesso e manutenzione della facciata.

Una facciata ad alte prestazioni

Realizzato dal Gruppo Focchi, il completamento delle facciate della Torre Libeskind ha previsto l’utilizzo di oltre 5 mila cellule vetrate a doppia vetrocamera, per un totale di 27.000 mq di superficie rivestita.

Per seguire la geometria dell’edificio e la particolare forma delle facciate, concava a Sud e convessa a Nord, i moduli sono stati disposti in modo da adattarsi alle diverse curvature, variando l’angolo di inclinazione in corrispondenza dei giunti verticali e orizzontali.

In particolare nella facciata Sud i moduli vetrati verticali sono stati disposti a gradino al fine di ridurre l’effetto di riflessione del sole sulla piazza, mentre nelle facciate a est e a ovest le cellule sono state disposte in maniera sfalsata di 30 cm, per seguire la curvatura dell’edificio.

L’utilizzo dei pannelli in vetro ad alte prestazioni per le facciate, insieme alla scelta di sistemi impiantistici ad elevata efficienza energetica, hanno contribuito a far ottenere alla Torre Libeskind la certificazione di sostenibilità ambientale Leed Gold.

Foto di copertina: ©PwC

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