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Sicurezza in Formula 1, sì ma contro gli attacchi cyber

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In una competizione come la Formula 1, la sicurezza è fondamentale. Parliamo sia della sicurezza dei piloti a bordo delle monoposto sia dei dati digitali raccolti durante test, allenamenti e gare. Per mettersi a riparo da eventuali attacchi cyber, infatti, c’è bisogno di un sistema di protezione efficace.

Riguardo la prevenzione e la cybersecurity si è espresso il Cio di McLaren Chris Hicks. Il suo lavoro è quello di assicurare la sicurezza dei dati della propria azienda. Per quanto riguarda la Formula 1, poi, il discorso è ancora più ampio e complicato. Questa competizione automobilistica è, infatti, tra quelle che utilizzano di più la tecnologia, soprattutto per l’invio di dati e feedback dalla monoposto verso i box e il quartier generale.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la sicurezza in Formula 1

Il direttore informatico di McLaren ritiene che debba essere utilizzata l’intelligenza artificiale in pista, al fine di proteggere piloti, dati e prestazioni della monoposto. E per questo motivo la casa automobilistica inglese si affida al sistema Cyber Ai di Darktrace. Questo sistema si basa sull’autoapprendimento, che gli permette di memorizzare le azioni quotidiane effettuate in McLaren e di bloccare eventuali anomalie e minacce.

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Il sistema Cyber Ali si sposa perfettamente con l’altro sistema di sicurezza del quartier generale di McLaren, Antigena, anch’esso realizzato dalla Darktrace. Un esempio dell’ottimo funzionamento del sistema, seppur in continua evoluzione, si è verificato durante il GP di Imola dello scorso anno. Infatti, Antigena ha intercettato un tentativo di phising ai danni di Zak Brown, AD dell’azienda, che aveva eluso tutti gli altri sistemi di sicurezza presenti.

Gli attacchi avvengono in modo automatico, rendendo impossibile per gli operatori tenere il passo e analizzare una quantità di dati così grande. Con il progredire della tecnologia, poi, la situazione non può che peggiorare se non contrastata prontamente.

Da chi provengono gli attacchi e che scopo hanno?

I tipi di attacco e i motivi sono svariati, quello che sappiamo per certo è che la rete del cybercrime è sempre più sviluppata. I motivi degli attacchi potrebbero essere di tipo economico, per richiedere un riscatto dopo aver bloccato i sistemi di McLaren, o per screditare l’efficienza dell’azienda.

Ovviamente i dati da proteggere sono molti e di grande importanza. Si tratta di proprietà intellettuali, progetti di auto, motori e componenti, ma anche dati sensibili dei piloti della casa automobilistica. La mole dei dati che viene prodotta e trasferita è enorme, specialmente durante i GP dove si arriva anche 1,5 terabyte. Nel caso della MCL35M, l’auto in gara della McLaren, sfrutta una gran numero di sensori per trasmettere tutti i dati necessari al McLaren Technology Centre, il tutto in pochi millisecondi.

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L’importanza della cybersecurity per un team di Formula 1

Per un team di Formula 1 la rapidità, la capacità di esecuzione e di adattamento sono fondamentali. Un solo secondo può decidere le sorti dell’intera gara, determinando la vittoria o la sconfitta. Un lavoro del genere, ovviamente, sottopone a un grande stress ogni membro del team, che deve saper prendere decisioni importanti senza esitare e quasi istantaneamente. Se a questo aggiungiamo la complessità delle nuove tecnologie digitali e l’importanza della cybersecurity, possiamo capire facilmente come ci sia bisogno di un cambiamento sostanziale.

Il minimo errore o malfunzionamento, durante una gara, può avere un grande impatto. Nel 1988, ad esempio, un attacco hacker colpì la radio di Mika Häkkinen, pilota di McLaren, rallentandone il giro. In un periodo così particolare come quello del Covid-19, la maggior parte delle presentazioni, comunicazioni e riunioni avvengono online. Una presentazione di una nuova autovettura, al giorno d’oggi, richiede l’utilizzo di 12 flussi virtuali in totale. Questo tipo di eventi e le riunioni avvengono sempre di più tramite servizi cloud come Webex di Cisco, mentre i dati vengono raccolti e condivisi principalmente con Dropbox. Il costante flusso di dati, quindi, richiede di uno stretto controllo e un livello di sicurezza che solo con l’ausilio di un sistema si cybersicurezza si potrebbe raggiungere.

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