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L’agricoltura italiana è sempre più young, smart, green e tech

agricoltura tech

Sempre più agricoltori italiani sono giovani e propensi a scegliere sistemi di agricoltura digitale, più efficienti ed ecosostenibili rispetto a quelli tradizionali. A fotografare questa (bella e fresca) realtà è l’ultimo studio condotto dall’Osservatorio Giovani agricoltori di Edagricole, in collaborazione con Bayer e Nomisma.

Secondo i dati raccolti, la maggior parte dei nuovi agricoltori si affida ad Internet per la formazione e per restare aggiornati (circa il 43%), mentre una percentuale più bassa preferisce seguire personalmente riviste ed eventi specifici del settore (rispettivamente il 29% e il 26%).

Raggiungere obiettivi come la sostenibilità, l’efficienza gestionale, i costi ridotti e la valorizzazione della produzione agricola, è diventato molto più semplice grazie all’utilizzo di applicazioni specializzate. Purtroppo la pandemia non ha giovato molto alla situazione delle piccole realtà dell’agricoltura nostrana (e mondiale), gravando pesantemente sul loro bilancio. Anche il peso di un’intera azienda sulle proprie spalle non è qualcosa che molte persone under 35 possono sopportare facilmente.

Chi, nonostante tutto, decide di avventurarsi nel mondo dell’agricoltura sembra essere molto determinato e volto un’agricoltura digitalizzata ed ecosostenibile, che si sposi in toto i canoni stabiliti dall’Unione Europea con il piano “Next Generation Eu”.

Drone agricoltura

Grande attenzione è posta anche alle tecnologie di evoluzione assistita (cosiddette Tea) e al loro impiego sia per massimizzare la resa delle biotecnologie in campo agricolo, sia per la prevenzione di malattie e parassiti. Infatti, circa il 70% dei giovani agricoltori si è detto propenso al loro utilizzo. 

Il discorso riguardi le Tea è molto ampio, ma in generale si parla principalmente del Genome editing attraverso la Crispr/Cas e la cisgenesi, una tecnica di manipolazione genetica che consiste nel trasferire uno o più geni di un individuo, di una determinata specie, nel genoma di un individuo della stessa specie. Applicando le due tecniche sarebbe possibile apportare modifiche al genoma in modo rapido e preciso, ottenendo i massimi risultati possibili.

Grazie a queste loro potenzialità, le due tecniche sono state incluse nella strategia “From farm to fork”, venendo di fatto riconosciute come uno degli strumenti decisivi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati per il 2030. L’Unione Europea, inoltre, si sta muovendo per rivedere le normative riguardo queste tecniche, i cui prodotti vengono sostanzialmente ritenuti al pari degli Ogm (anche se in realtà non è assolutamente così) e quindi impossibili da coltivare.  

La Tea è vista di buon occhio dai giovani agricoltori poiché porterebbe a una produzione abbondante e di alta qualità, ma a bassissimo impatto ambientale. Per di più, la terapia Crispr è già utilizzata in altri settori, ad esempio in campo medico è stata utilizzata anche per la realizzazione dei vaccini anti Covid-19.

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